Manteia è un prontuario illustrato che raccoglie storie, proverbi e canti di antica tradizione orale utilizzate nelle culture FON e YORUBA ( Africa Occidentale) per 𝐚𝐩𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐜𝐚𝐦𝐩𝐨 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐝𝐚𝐠𝐢𝐧𝐞 𝐬𝐮 𝐬𝐞 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐢 𝐞 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐞 𝐫𝐞𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢 in contesti di sedute terapeutiche-divinatorie. Cucite in forme diverse, le parole e le immagini di MANTEIA si offrono al lettore come strumenti d'incontro creativo e giocoso, che, affrancando barriere di età, cultura ed esperienza, possono farci riflettere su
"𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐯𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐞𝐦𝐞?"
with:
Francesca Pedullà & Eric Acakpo
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Francesca Pedullà & Eric Acakpo
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Francesca Pedullà & Eric Acakpo
24-25 OTTOBRE
H. 15.00-17.30 | Bologna (IT)
Il Fa, è un archivio culturale di influenze indoeuropee, mediorientali e africane, è un compendio di favole, leggende, canzoni, metafore e riferimenti simbolici, nonché un metodo di divinazione, legato alla religione Vodun e praticato soprattutto dalle etnie Fon e Youruba. Il Fa è una chiave per comprendere i costumi e le visioni del mondo di molte culture africane moderne, collega il racconto, il canto e le sofisticate istruzioni morali a una struttura matematica che stimola la memoria e provoca la riflessione e la scoperta di sé.
DESIRE PATHS
W / aRtipoda
ADATTAMENTI PANDEMICI
PANDEMIC ADAPTATION
A seguito dell'ultimo dpcm del 25 Ottobre, abbiamo ri-configurato l'intero programma, inclusa l'azione laboratoriale collettiva e pubblica che doveva essere condotta dal Collettivo aRtipoda. Abbiamo disegnato una residenza di ricerca del collettivo nella città di Bologna. Durante questa settimana il collettivo mapperà e interverrà su alcuni dei desire paths che solcano la nostra città. Potrete seguire il loro lavoro di residenza attraverso la pagine di FaceBook dedicata.
Il 30 Ottobre dalle 14.30 alle 16.00, all'interno del ciclo di incontri di parola curati in collaborazione con il DAMSLab-Dipartimento delle Arti di Bologna, il collettivo condividerà la ricerca svolta durante questa settimana. Per seguire la Lecture online, REGISTRATI QUI.
Sotto maggiori dettagli sulla loro ricerca.
Following the last dpcm of 25 October, we have re-configured the entire program, including the collective and public workshop action that was to be conducted by the aRtipoda Collective. We have designed a research residence for the collective in the city of Bologna. During this week the collective will map and intervene on some of the desire paths that run through our city. You can follow their residency work through the dedicated FaceBook page.
October 30th from 2.30 pm to 4.00 pm, within the cycle of lecture meetings organized in collaboration with the DAMSLab-Department of Arts of Bologna, the collective will share the research carried out during this week.
To follow the Lecture online, REGISTER HERE.
Below more details about their research
Catalina Giraldo Villamizar
Nicolás Gonzaléz Arango
Pablo Quiroga Devia
Francesca Ceola
aRtipoda è un gruppo di ricerca nato nel 2018 che percorre un ponte tra le scienze sociali e le arti visive e performative, in un percorso non lineare che tocca l’America Latina, l’Europa Mediterranea fino al Medio Oriente. Ponendo l’atto del camminare al centro della nostra attenzione nelle sue accezioni sociologiche e geopolitiche urbane, cerchiamo di sviluppare una consapevolezza auto-etnografica e condivisa della performance di atti quotidiani nello spazio familiare delle nostre città. La parola, l’esperienza corporea e media audio-visivi sono i nostri strumenti di ricerca principali in una complementarietà che rispecchia i nostri background diversi in antropologia, studi culturali, geografia, e scienze politiche, e simultaneamente traduce un impegno poetico politico.
Catalina Giraldo Villamizar
Nicolás Gonzaléz Arango
Pablo Quiroga Devia
Francesca Ceola
aRtipoda is a collective investigation project born in 2018 that pursues a connection between social sciences and visual and performative arts, tracing an un-linear path between Latin America, Mediterranean Europe, spanning until the Middle East. By positioning the act of walking at the heart of our research for its sociological and geopolitical urban implications, we seek to develop awareness of the performance of everyday practices - unfurled in the familiar space of our cities - that is simultaneously auto-ethnographic and shared. The written sign, the bodily experience, and audio-visual media are our main research tools, whose complementarity resonates with our personal backgrounds in anthropology, cultural geographies, political sciences, and visual arts, where diversity germinated our engagement with the political poetic.
Proposizione di laboratorio
A workshop proposition
27 OTTOBRE | 10.00 a.m - 17.00 p.m | @DAMSLab - Aula Seminari | IN PRESENZA
Coniugando l’osservazione di pratiche pedestri in alcuni luoghi della città con la riflessione sul significato sia personale che sociale del camminare nello spazio pubblico, il laboratorio propone di esplorare la multisensorialità del produrre desire paths con i nostri piedi - lasciando tracce visibili ed invisibili, ma anche con il corpo, con la sua presenza fisica e biopolitica. Il laboratorio prenderà forma nello spazio pubblico dove verrà elaborata dal gruppo di partecipanti una intervention che infranga i ritmi esistenti degli attori urbani e crei momenti di spaesamento e spazio per possibilità.
Stemming from the observation of pedestrian practices in a selection of spaces within the city and conjugating it with a reflection on the personal and social meaning of walking in public spaces, the workshop proposes an exploration of the multiply sensorial act of producing desire paths – thus marking visible and invisible trajectories with our feet, but also occupying space with our bodies, with their physical and biopolitical presence. The workshop will happen in public space where participants collectively formulate an intervention that transgresses the rhythms of the urban actors and generate moments of disorientation and crevices for possibility.
Lecture
30 OTTOBRE | 14.30 - 16.00 p.m @DAMSLab - Teatro | IN PRESENZA
A partire da un progetto sviluppato nella città di Lisbona e riflettendo sull’esperienza di Laboratorio svolta a Bologna, viene messo in disussione l’atto del camminare come strategia funzionale allo spostamento da un punto A ad un punto B. Camminare è piuttosto compreso come tattica di navigazione del tessuto urbano – costruito, umano, e più-che-umano - che attinge a principi di praticità ed efficienza, ma anche creatività, ribellione, ed esplorazione. Contestualmente emerge l’idea di desire path, che restituisce a noi utenti pedonali il potere di solcare sentieri visibili ed invisibili attraverso la città e valorizza la visibilità del corpo nel tracciare percorsi che possono essere ricalcati da altri. Il concetto di desire paths – che muta nome in diverse culture, ma descrive le stesse pratiche con sfumature uniche in ciascun contesto - mobilita un rizoma umano che si inserisce nella geometria dello spazio e della città ridisegnandoli a partire da micro-spazi dal basso piuttosto che dall’alto di una visione cartografica. La lettura dei desire paths quindi offre un prisma di possibilità per discutere come lo spazio viene materialmente plasmato, chi ne decide il significato e le regole, e quale ventaglio di possibilità esiste al suo interno.
Meditating on the research work developed in the city of Lisbon and on the experience of workshop realised in Bologna, we question the significance of the act of walking as a functional vector of translation from A to B is questioned and eventually subverted. Walking is rather understood as tactic of navigation within the urban fabric – whether it be built, human, or more-than-human – that draws from principles of practicality and efficiency, but also creativity, rebellion and exploration. Contextually the idea of desire path emerges: it returns the power to groove visible and invisible transient trails to us – pedestrian users of the city – while also enhancing the visibility of the individual body which suggests paths that can be retreaded by others. The concept of desire path takes different names in different cultures as it describes the same practices with unique undertones in each context. Specially it mobilises a human rhizome that ruptures the geometry of space in the city and redesigns it from the lowness of micro-spaces of the quotidian, as opposed to the top view of cartographic urban plans. The reading of desire paths therefore offers a prism of possibilities for discussing how space is materially moulded, who decides its meanings and rules, and what kaleidoscope of possibilities exists within it.