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DESIRE PATHS

Ispirandoci dalla ricerca del collettivo aRtipoda, abbiamo fatto dei Desire Paths, il fulcro della riflessione esperienziale dell' edizione 2020 di Scie Festival.

"Studi e ricerche hanno nel tempo concentrato la loro attenzione agli spostamenti dei pedoni all'interno delle città, notando come spesso essi creino percorsi alternativi a quelli suggeriti dall'urbanizzazione. Una spinta psicologica e fisica induce i pedoni a tracciare percorsi alternativi nella giungla cittadina. In letteratura troviamo diversi nomi a questa pratica: cow paths, pirate paths, social trails, kemonomichi (beast trails), chemins de l’âne (donkey paths), and Olifantenpad (elephant trails), DESIRE PATHS. (Bramley, 2018)."  - da aRtipoda -


Osservando l'attuale regolamentazione dei percorsi, siano essi fisici, siano essi metaforici, in riferimento alla burocrazia procedurale che caratterizza la contemporaneità occidentale, ci domandiamo quale spazio sia ancora disponibile, all'interno delle città, per percorsi alternativi a quelli suggeriti dall'urbanizzazione.

Quale accoglienza per quel momento di apertura creativa del singolo essere umano, quel momento che lo naviga verso un immaginario desiderato e non calcolato dall'organizzazione sociale e urbana?

I desire paths si fanno metafora per provare ad entrare nella complessa e raffinata relazione tra impulso creativo del singolo e regolamentazione sociale; mentre la città e i pedoni, si prestano come caso di analisi prescelto tra i molti possibili.
Come artisti e operatori del movimento, osserviamo spesso il corpo come un'architettura e lo spazio come elemento a cui imparare a relazionarsi, cercando di comprenderne le logiche, le dinamiche, dunque le possibilità a cavallo tra individuo e collettività, immaginario e scienza. Da qui nasce l'interesse a confrontarsi con altre discipline che si occupano nello specifico di questo tema come la geografia sociale e l'architettura stessa.
A seguito della pandemia, la terza edizione del Festival, conferma la scelta tematica, che dal nostro punto di vista pare quanto mai pertinente, considerando che le città, insieme alla gestione degli spostamenti individuali e sociali, sono parte del fulcro della pandemia. Necessariamente abbiamo rivisto alcune modalità di realizzazione, accogliendo nuovi imput e proposizioni dal presente.

La necessità di non creare assembramento è stata tradotta in un allargamento delle maglie del tempo, introducendo così un avviccinamento al cuore del Festival. PASTORALE è un trekking esplorativo e performativo che si svolge in due tappe, 4-5 Luglio e 12-13 Settembre nell'appennino bolognese, a cura di Anna Albertarelli & Nuvola Vandini. 

Il cuore del Festival, ridotto nelle sue giornate, si conferma dal 27 Ottobre all' 1 Novembre. Le sezioni di formazione e conferenze, restano invariate, ma disponibili ad essere trasferite su piattaforme web, nel caso a fine Ottobre la situazione lo richieda. La sezione di spettacoli invece ha subito un radicale cambiamento. Interrogandoci su quale forma spettacolare traduca in maniera più efficiente il tema dei desire paths, abbiamo disegnato VARCHI: eventi performativi di breve durata, 15-20 minuti, realizzati nel contesto urbano a partire dall'esperienza di essere pedone, tra gli altri. Nell'andare all'interno del percorso definito, aprire varchi, che rendano viva la presenza individuale, la pulsione del singolo, in questo caso contenuta in una forma danzata. Varchi vuole essere un'espressione differente dei desire paths, un'esplosione meticolosa e vitale, capace forse, di aprire ad una nuova percezione del proprio stare tra. Varchi si presenta come evento senza tecnica e senza artificio teatrale, nella vicinanza del corpo pedestre. 

A concludere la terza edizione, sarà una performance audio-performativa in cammino, che si snoderà dal centro di Bologna verso la periferia, CORNERS

Inspired by the research of the collective aRtipoda, we have adopted the concept of Desire Paths, as the fulcrum of the experiential reflection that we propose for the 2020 edition of Scie Festival.

"Studies and research have over time focused their attention on the movement of pedestrians within cities, noting how often they create alternative routes to those suggested by urbanization. A psychological and physical push induces pedestrians to trace alternative routes in the city jungle In literature we find several names for this practice: cow paths, pirate paths, social trails, kemonomichi (beast trails), chemins de l'âne (donkey paths), and Olifantenpad (elephant trails),

DESIRE PATHS. (Bramley, 2018) . " - from aRtipoda -

Observing the current regulation of the routes, both physical and metaphorical, with reference to the procedural bureaucracy that characterizes western contemporaneity, we ask ourselves which space is still available, inside the cities, for alternative routes to those suggested by urbanization .

What welcome for that moment of creative openness of the individual human being, that moment that navigates him towards a desired imaginary and not calculated by the urban organization?

Desire paths become a metaphor to try to enter the complex and refined relationship between the individual's creative impulse and social regulation; while the city and pedestrians lend themselves as a chosen case of analysis among the many possible. As artists and operators of the movement, we often observe the body as an architecture and space as an element to learn to relate to, trying to understand its logics, dynamics, and therefore the possibilities straddling the individual and the community, imagination and science. Hence the interest in dealing with other disciplines that deal specifically with this theme such as social geography and architecture itself. Following the pandemic, the third edition of the Festival confirms the thematic choice, which from our point of view seems most pertinent, considering that the cities, together with the management of individual and social movements, were part of the fulcrum of the event. Necessarily we have revised some methods of realization, welcoming new inputs and propositions from the present. The need not to create gathering has been translated into an enlargement of the links of the time, thus introducing a rapprochement to the heart of the Festival. PASTORALE is an exploratory and performative trekking that takes place in two stages, 4-5 July and 12-13 September in the Bolognese Apennines, curated by Anna Albertarelli & Nuvola Vandini.

The heart of the Festival, reduced in its days, is confirmed from October 27th to November 1st. The training and conference sections remain unchanged, but available to be transferred to web platforms, if the situation requires it at the end of October. The section of shows instead has undergone a radical change. By questioning which spectacular form translates the theme of desire paths more efficiently, we designed VARCHI: short-lived performance events, 15-20 minutes, realized in the urban context starting from the experience of being a pedestrian, among others. In going within the defined path, open gates, which make the individual presence alive, the drive of the individual, in this case contained in a dance form. Varchi wants to be a different expression of desire paths, a meticulous and vital explosion, perhaps capable of opening up to a new perception of one's being between. Varchi presents itself as an event without technique and without theatrical artifice, in the vicinity of the pedestrian area. To conclude the third edition, it will be an immersive performance on the way, which will unfold from the center of Bologna to the suburbs.

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