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Scie Festival, in collaborazione con il DAMSLab-Dipartimento delle Arti dell' Università di Bologna, cura un ciclo di incontri di parola, attorno al tema dei Desire Paths.

In particolare ci interessa dialogare sulla relazione tra il corpo e l'architettura cittadina, tra il corpo e il processo di urbanizzazione che tende, per suo proprio scopo, a gestirne gli spostamenti nello spazio collettivo.

Quale scrittura segreta lega il camminare di un pedone e il disegno socio-urbanistico?

Gli incontri del 29 Ottobre saranno introdotti e conclusi dal prezioso intervento della Professoressa Roberta Paltrinieri, direttrice del DAMSLab- Dipartimento delle Arti.

Scie Festival, in collaboration with the Department of Arts of the University of Bologna, curates a series of speech meetings, around the theme of Desire Paths.

 

In particular, we are interested in discussing the relationship between the body and city architecture, between the body and the urbanization process which tends, for its own purpose, to manage its movements in the collective space.

 

What secret script links the walking of a pedestrian and the socio-urban design?

A seguito delle ultime ordinanze in materia di Covid.2, tutti gli incontri si svolgeranno in forma online.

L' accesso alle conferenze è GRATUITO, ti invitiamo a registrarti per ricevere il link di accesso.

28 OTTOBRE 2020.    |      H. 11.00 - 13.00 a.m     

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"LA COSTRUZIONE DEL MOVIMENTO"

RICCARDO BLUMER

Architetto - Designer - Professore universitario 

È stato docente presso numerose scuole universitarie tra cui IUAV di VeneziaUniversità della Repubblica di San Marino, ISAI di VicenzaPolitecnicoNABAIED e Scuola Politecnica di Design di Milano, Madworkshop di Santa Monica (California) per poi diventare, nel 2013, professore titolare presso USI - Accademia di architettura di Mendrisio, di cui dal 2017 è direttore.

Website: http://www.riccardoblumer.com/

La costruzione del Movimento:
esercizi di estensione meccanica del corpo umano, con gli studenti di primo anno presso l'Accademia di architettura dell'Università della Svizzera italiana.
L’oggetto come ‘macchina estensiva’ azionata da un semplice gesto del corpo, come un passo o un cambio di posizione per amplificare e sviluppare i principi meccanici e dinamici già presenti nella nostra struttura scheletrica e articolare, così come un grande sistema cinetico attivato dal gesto preciso e sincronizzato di ogni singolo artefice del grande movimento di un organismo complesso; L'oggetto e il movimento come architetture del rito, condizione genetica della comunità.

"THE MOVEMENT CONSTRUCTION"

RICCARDO BLUMER

Architect - Designer - University Professor

 

He has been a lecturer at numerous universities including IUAV of Venice, University of the Republic of San Marino, ISAI of Vicenza, Politecnico, NABA, IED and the Polytechnic School of Design of Milan, Madworkshop of Santa Monica (California) before becoming, in 2013 , full professor at USI - Mendrisio Academy of Architecture, of which he has been director since 2017.

Website: http://www.riccardoblumer.com/

 

The construction of the Movement: mechanical extension exercises of the human body, with first year students at the Academy of Architecture of the Università della Svizzera italiana. ... the object as an 'extensive machine' operated by a simple gesture of the body as a step or a change of position to amplify and develop the mechanical and dynamic principles already present in our skeletal and joint structure, as well as a large kinetic system activated by the precise and synchronized gesture of every single creator of the great movement of a complex organism; The object and movement as architectures of the ritual, the genetic condition of the community.

29 OTTOBRE 2020.    |      H. 11.30 - 12.30 a.m    

Introduzione a cura della Professoressa ROBERTA PALTRINIERI

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"IN MEMORIA DI UNO SPAZIO PUBBLICO"

GIUSEPPE SCANDURRA

Dipartimento di studi umanistici dell’università di Ferrara.

Insegna antropologia culturale e della comunicazione presso il dipartimento di studi umanistici dell’università di Ferrara. È il direttore del Laboratorio di studi urbani dell’università di Ferrara e fa parte del gruppo di studio transdisciplinare Tracce urbane.

L’antropologia urbana è uno dei focus principali della sua ricerca (studio di comunità urbane, comunità di quartiere, comitati ed associazioni territoriali, nascita di sobborghi e di enclave, trasformazioni delle periferie, processi di gentrificazione, suburbanizzazione, zonizzazione, processi di progettazione partecipata, processi di produzione di località; nozione di “spazio pubblico”).

Che cosa è l'antropologia urbana? Che rapporto c'è tra lo spazio fisico e quello sociale, quello abitato dai tanti attori che lo attraversano? Prenderemo ad esempio il caso di uno spazio pubblico molto noto ai cittadini e alle cittadine di Bologna, ovvero Piazza Verdi. A chi appartiene questa piazza, in pieno centro storico e da tanti decenni teatro della vita universitaria? Perché spazi pubblici come Piazza Verdi ci fanno (anche) paura? Perché associamo  a determinati spazi pubblici parole come "degrado" e "insicurezza"? Proviamo a girare queste domande agli attori sociali che vivono i nostri spazi pubblici. Che cosa emerge dai loro sguardi (e dalle loro pratiche "spaziali")?

"IN MEMORY OF A PUBLIC SPACE"

GIUSEPPE SCANDURRA

Dipartment of human studies of Ferrara University 

Giuseppe Scandurra teaches cultural anthropology and communication at the department of humanities in Ferrara.

Urban anthropology is one of the main focuses of his research (study of urban communities, neighborhood communities, committees and territorial associations, birth of suburbs and enclaves, transformation of the suburbs, gentrification processes, suburbanization, zoning, participatory planning processes , locality production processes; notion of "public space").

What is urban anthropology? What is the relationship between the physical and the social space, the one inhabited by the many actors who cross it? For example, we will take the case of a public space well known to the citizens of Bologna, namely Piazza Verdi. Who does this square belong to, in the historic center and for many decades the theater of university life? Why do public spaces like Piazza Verdi (also) scare us? Why do we associate words like "decay" and "insecurity" with certain public spaces? Let's try to turn these questions to the social actors who live in our public spaces. What emerges from their gazes (and their "spatial" practices)?

29 OTTOBRE 2020.    |      H. 12.30 - 13.30 a.m    

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"IL VISIBILE E L'INVISIBILE OLTRE LA CITTA': IL PROGETTO E LA PERCEZIONE"

ANNA ROSELLINI

Dipartimento delle Arti - Università di Bologna

Professoressa associata presso l'Università di Bologna dal 2018, svolge le sue ricerche nell'ambito della storia dell’architettura contemporanea. I suoi interessi di ricerca sono rivolti in particolare all’architettura dal secondo dopoguerra ad oggi, ai rapporti tra architettura e arte, alle relazioni tra forma e materia. Ha partecipato a progetti di ricerca nazionali e internazionali e collabora con l’Ecole d'Architecture de la Ville & des Territoires di Paris-Est. Autrice di pubblicazioni dedicate all’architettura e all'arte del secondo Novenecento, ha ricevuto premi e riconoscimenti dal Ministère de l'Enseignement Supérieur et de la Recherche francese e dalla Fondation Le Corbusier di Parigi

Website:https://www.unibo.it/sitoweb/anna.rosellini

 

Alcuni artisti, architetti, intellettuali sono riusciti a scoprire e a inventare modi di vita alternativi a partire da uno studio della città. In alcuni casi hanno ricostruito una geografia fantastica dentro la forma della città, in altri hanno invece inventato un’altra città. Parigi è la città che Le Corbusier prende di mira per distruggere interi quartieri e impiantarvi un paesaggio di natura e cristalli lucenti dove immaginare un nuovo modo di camminare e percepire la metropoli. Un forte realismo caratterizza invece l’atteggiamento, verso la stessa Parigi, dei surrealisti prima e di Guy Debord dopo, i quali sperimentano vari modi di appropriarsi della città. L’insieme di queste ricerche ha poi generato altri sistemi visionari di città, come la New Babylon di Constant, dove il criterio della “deriva” avviene al di sopra della città esistente, su piattaforme sospese.

"THE VISIBLE AND THE INVISIBLE BEYOND THE CITY: THE PROJECT AND THE PERCEPTION"

ANNA ROSELLINI

Department of Arts - University of Bologna

Associate Professor at the University of Bologna since 2018, she carries out her research in the history of contemporary architecture. His research interests are focused in particular on architecture from the second post-war period to today, the relationship between architecture and art, the relationship between form and matter. She has participated in national and international research projects and collaborates with the Ecole d'Architecture de la Ville & des Territoires in Paris-Est. Author of publications dedicated to architecture and art of the late twentieth century, she has received prizes and awards from the French Ministère de l'Enseignement Supérieur et de la Recherche and the Fondation Le Corbusier in Paris.

Website:https://www.unibo.it/sitoweb/anna.rosellini

Some artists, architects, intellectuals have managed to discover and invent alternative ways of life starting from a city studio. In some cases they have reconstructed a fantastic geography within the shape of the city, in others they invented another city. Paris is the city that Le Corbusier targets to destroy entire neighborhoods and establish a landscape of nature and shining crystals where you can imagine a new way of walking and perceiving the metropolis. A strong realism instead characterizes the attitude, towards Paris itself, of the Surrealists first and of Guy Debord later, who experimented with various ways of appropriating the city. All these researches then generated other visionary city systems, such as Constant's New Babylon, where the criterion of "drift" occurs above the existing city, on suspended platforms.

29 OTTOBRE 2020.    |      H. 14.30 - 15.30 a.m   

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"EM TOOL" 

Embodied Map Tools 

ALESSANDRO CARBONI

Artista e ricercatore.

Alessandro Carboni (1976) è un artista la cui pratica si colloca nel campo delle arti performative come coreografo e performer. Dopo diversi anni di formazione nel campo delle arti visive, creative
media e performance art practice, ha sviluppato una pratica interdisciplinare incentrata sulla produzione di progetti performativi e di installazione coinvolgendo e collaborando con professionisti di diverse discipline. I suoi progetti sono supportati da Formati Sensibili, una società di produzione indipendente che dà forma a progetti che coinvolgono arte, scienza, architettura e istruzione.

Website:  https://www.alessandro-carboni.com/

Embodied Map Tools (EMT), è un metodo di mappatura urbana e composizione coreografica ideato dall’artista visivo e ricercatore Alessandro Carboni. EMT utilizza il corpo come strumento cartografico per mappare ciò che accade in uno spazio urbano nelle sue estensioni geometriche e temporali.
Utilizzando diversi linguaggi quali arte visiva, cartografia, performance art, il metodo permette di trasformare le esperienze di osservazione e incorporazione vissute nello spazio urbano, in uno score coreografico. La cartografia  è intesa una pratica artistica che ci aiuta a pensare alla mappa non come una riproduzione bidimensionale e oggettiva, ma come qualcosa di creativo in cui il corpo diventa lo strumento con cui sperimentare nuove forme di rappresentazione dello spazio.

"EM TOOL" 

Embodied Map Tools 

ALESSANDRO CARBONI

Art practice and research strategies​.

Alessandro Carboni (1976) is an artist whose practice is situated within the performing arts field as a choreographer and performer. After several years of training in the field of visual arts, creative
media and performance art practice, he has developed an interdisciplinary practice focused on the production of performative and installation projects involving and collaborating with professionals from different disciplines. His projects are supported by Formati Sensibili, an independent production company that shapes projects involving arts, science, architecture and education
.

Website:  https://www.alessandro-carboni.com/

Embodied Map Tools (EMT), is a method of urban mapping and choreographic composition conceived by the visual artist and researcher Alessandro Carboni. EMT uses the body as a cartographic tool to map what happens in an urban space in its geometric and temporal extensions. Using different languages ​​such as visual art, cartography, performance art, the method allows to transform the experiences of observation and incorporation lived in the urban space, into a choreographic score. Cartography is an artistic practice that helps us to think of the map not as a two-dimensional and objective reproduction, but as something creative in which the body becomes the tool with which to experiment with new forms of representation of space.

Conclusione a cura della Professoressa ROBERTA PALTRINIERI - DAMSLab-Dipartimento delle Arti

30 OTTOBRE 2020.    |      H. 14.30 - 16.00 a.m   

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"DESIRE PATHS" 

Esito della residenza

Collettivo aRtipoda 

Catalina Giraldo Villamizar

Nicolás Gonzaléz Arango

Pablo Quiroga Devia

Francesca Ceola 

aRtipoda è un gruppo di ricerca nato nel 2018 che percorre un ponte tra le scienze sociali e le arti visive e performative, in un percorso non lineare che tocca l’America Latina, l’Europa Mediterranea fino al Medio Oriente. Ponendo l’atto del camminare al centro della nostra attenzione nelle sue accezioni sociologiche e geopolitiche urbane, cerchiamo di sviluppare una consapevolezza auto-etnografica e condivisa della performance di atti quotidiani nello spazio familiare delle nostre città. La parola, l’esperienza corporea e media audio-visivi sono i nostri strumenti di ricerca principali in una complementarietà che rispecchia i nostri background diversi in antropologia, studi culturali, geografia, e scienze politiche, e simultaneamente traduce un impegno poetico politico.

A partire da un progetto sviluppato nella città di Lisbona, e dalla residenza di ricerca svolta durante Scie Festival 2020, viene messo in disussione l’atto del camminare come strategia funzionale allo spostamento da un punto A ad un punto B. Camminare è piuttosto compreso come tattica di navigazione del tessuto urbano – costruito, umano, e più-che-umano - che attinge a principi di praticità ed efficienza, ma anche creatività, ribellione, ed esplorazione. Contestualmente emerge l’idea di desire path, che restituisce a noi utenti pedonali il potere di solcare sentieri visibili ed invisibili attraverso la città e valorizza la visibilità del corpo nel tracciare percorsi che possono essere ricalcati da altri. Il concetto di desire paths – che muta nome in diverse culture, ma descrive le stesse pratiche con sfumature uniche in ciascun contesto - mobilita un rizoma umano che si inserisce nella geometria dello spazio e della città ridisegnandoli a partire da micro-spazi dal basso piuttosto che dall’alto di una visione cartografica. La lettura dei desire paths quindi offre un prisma di possibilità per discutere come lo spazio viene materialmente plasmato, chi ne decide il significato e le regole, e quale ventaglio di possibilità esiste al suo interno. 

"DESIRE PATHS" 

Residency sharing

Collettivo aRtipoda 

Catalina Giraldo Villamizar

Nicolás Gonzaléz Arango

Pablo Quiroga Devia

Francesca Ceola 

aRtipoda is a collective investigation project born in 2018 that pursues a connection between social sciences and visual and performative arts, tracing an un-linear path between Latin America, Mediterranean Europe, spanning until the Middle East. By positioning the act of walking at the heart of our research for its sociological and geopolitical urban implications, we seek to develop awareness of the performance of everyday practices - unfurled in the familiar space of our cities - that is simultaneously auto-ethnographic and shared. The written sign, the bodily experience, and audio-visual media are our main research tools, whose complementarity resonates with our personal backgrounds in anthropology, cultural geographies, political sciences, and visual arts, where diversity germinated our engagement with the political poetic.

Meditating on the research work developed in the city of Lisbon and on the research residency developed in Bologna, during Scie Festival 2020, we question the significance of the act of walking as a functional vector of translation from A to B is questioned and eventually subverted. Walking is rather understood as tactic of navigation within the urban fabric – whether it be built, human, or more-than-human – that draws from principles of practicality and efficiency, but also creativity, rebellion and exploration. Contextually the idea of desire path emerges: it returns the power to groove visible and invisible transient trails to us – pedestrian users of the city – while also enhancing the visibility of the individual body which suggests paths that can be retreaded by others. The concept of desire path takes different names in different cultures as it describes the same practices with unique undertones in each context. Specially it mobilises a human rhizome that ruptures the geometry of space in the city and redesigns it from the lowness of micro-spaces of the quotidian, as opposed to the top view of cartographic urban plans. The reading of desire paths therefore offers a prism of possibilities for discussing how space is materially moulded, who decides its meanings and rules, and what kaleidoscope of possibilities exists within it.

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